La malattia di Parkinson è un disturbo neurologico cronico progressivo che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, caratterizzato principalmente da sintomi motori come tremori, rigidità muscolare e difficoltà di movimento, che hanno un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti.
Tuttavia, grazie agli avanzamenti nella ricerca e nella pratica clinica, la riabilitazione si sta rivelando un elemento cruciale per gestire e migliorare i sintomi del Parkinson, in particolare nel breve periodo, come sottolineato nel documento “Diagnosi e terapia della malattia di Parkinson”, promossa dalla Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze (LIMPE) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nell’ambito del Sistema nazionale linee guida (SNLG).
L’obiettivo della riabilitazione per il Parkinson è di massimizzare le capacità funzionali dei pazienti e di preservare la loro autonomia.
In passato, l’approccio terapeutico si basava principalmente sull’utilizzo di farmaci antiparkinsoniani, ma negli ultimi anni si è riconosciuto il valore di un approccio multidisciplinare che combini farmacoterapia con interventi riabilitativi mirati, al fine di offrire una migliore qualità di vita ai pazienti affetti da questa malattia, aiutandoli a gestire i sintomi e a mantenere una vita attiva e autonoma.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in cosa consiste la riabilitazione per il Parkinson e cosa emerge dalle linee guida.
Riabilitazione per il Parkinson: in cosa consiste?
Di cosa parliamo in questo articolo
Come accennato, la riabilitazione per i pazienti affetti dal morbo di Parkinson si basa su un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse discipline terapeutiche.
L’obiettivo principale, lo ricordiamo, non è curare la malattia, per la quale purtroppo ad oggi non esiste una cura, ma migliorare la qualità di vita dei pazienti, riducendo i sintomi e preservando l’autonomia nelle attività quotidiane.
Vediamo alcuni dei principali componenti della riabilitazione per il Parkinson.
- Terapia fisica: è una componente essenziale della riabilitazione per il Parkinson. Gli esercizi specifici mirano a migliorare la mobilità, la forza muscolare, l’equilibrio e la coordinazione. I fisioterapisti possono utilizzare una combinazione di tecniche manuali, esercizi terapeutici e dispositivi di assistenza, come bastoni o ausili per la deambulazione, per aiutare i pazienti a mantenere la funzionalità fisica.
- Terapia occupazionale: si concentra sul mantenimento delle abilità e delle capacità funzionali necessarie per svolgere le attività quotidiane, come vestirsi, mangiare, lavarsi e svolgere compiti domestici. I terapisti occupazionali possono fornire strategie e esercizi per facilitare l’indipendenza e l’autonomia nelle attività quotidiane.
- Terapia del linguaggio: la logopedia può essere utile per i pazienti con Parkinson che presentano problemi di comunicazione verbale, come la riduzione dell’intonazione, la difficoltà di articolazione e la disfonia. I terapisti possono utilizzare esercizi specifici per migliorare la pronuncia, la modulazione della voce e la comprensione del linguaggio.
- Terapia cognitiva: il morbo di Parkinson può influire anche sulle funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione e l’elaborazione delle informazioni. La terapia cognitiva si concentra sul mantenimento e sul potenziamento delle abilità cognitive attraverso esercizi mirati e strategie di compensazione, contribuendo a migliorare la gestione delle attività quotidiane e a mantenere un buon funzionamento cognitivo.
- Terapia con tecnologie avanzate: negli ultimi anni sono state sviluppate nuove tecnologie per la riabilitazione del Parkinson, come la robotica, la realtà virtuale e i giochi interattivi. Queste tecnologie possono essere utilizzate per migliorare la coordinazione, la flessibilità e la qualità del movimento. Consentono una terapia più coinvolgente, personalizzata e misurabile, offrendo opportunità di allenamento specifico e feedback in tempo reale.
La riabilitazione per il morbo di Parkinson è solitamente personalizzata in base alle esigenze individuali del paziente. Un team di professionisti, inclusi fisioterapisti, terapisti occupazionali, terapisti del linguaggio e neuropsicologi, collabora per fornire un approccio integrato e mirato a migliorare la funzionalità e la qualità di vita dei singoli pazienti affetti da Parkinson.
Cosa dicono le linee guida
Nel documento menzionato nell’introduzione è presente una sezione denominata “Quesiti della riabilitazione”, in cui si cerca di illustrare il livello di efficacia delle tecniche riabilitative sul morbo di Parkinson, sottolineando in ogni caso che:
“Non esistono allo stato attuale terapie in grado di rallentare o interferire con il decorso della malattia.”
Continuando nella consultazione del report, si legge anche che
“La discussione riguardo agli approcci riabilitativi nel trattamento della malattia di Parkinson risulta estremamente problematica. A fronte di una mole di studi scientifici prodotti, non esistono al momento tecniche riabilitative unanimemente accettate e raccomandate di comune accordo, oltre la aneddotica raccomandazione che l’esercizio fa bene al paziente parkinsoniano.”
Analizzando la letteratura scientifica sul tema, il team che ha redatto le linee guida ha evidenziato le seguenti raccomandazioni.
- È dimostrato un beneficio a breve termine dell’esercizio fisico sulla qualità della vita percepita e sullo svolgimento delle attività della vita quotidiana nei pazienti; le prove non sono sufficienti a determinare un effetto positivo sul lungo termine.
- Diversi approcci di terapia riabilitativa (es. fisioterapia) risultano significativamente efficaci nel trattamento dei disturbi del cammino e della stabilità posturale, anche in questo caso nel breve termine.
- Specifiche metodiche riabilitative, come stimolazione sensoriale, strategie cognitive, esercizi al tapis roulant, visualizzazione motoria, hanno mostrato un’efficacia a breve termine;
- Il trattamento logopedico Lee Silverman Voice Treatment (LSVT) è utile nel trattamento della disfonia e dei disturbi della comunicazione in pazienti con malattia di Parkinson. Inoltre, la logopedia può essere utile per controllare la disfagia.
- Le tecniche di terapia occupazionale possono migliorare le attività della vita quotidiana (ADL) e la qualità della vita dei pazienti, non solo a breve termine ma anche sul lungo periodo.
In generale, però, si rimarca la necessità di elaborare nuovi studi sistemici per analizzare con maggiore efficacia gli effetti benefici della riabilitazione per il trattamento dei sintomi del Parkinson.
Ricordiamo alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti che il Fondo Sanimoda ha introdotto, tra le novità del 2023, la copertura delle spese sostenute per sottoporsi a trattamenti fisioterapici riabilitativi a seguito di patologie particolari anche per il morbo di Parkinson. Le altre patologie aggiunte sono la SLA e la Sclerosi Multipla.
Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il sito web, qui.