Nell’ambito della prevenzione maschile, i Piani Sanitari del Fondo Sanimoda prevedono la copertura delle spese sostenute per l’esame del PSA, acronimo dall’inglese Prostate-Specific Antigen, in italiano Antigene Prostatico Specifico.
Per maggiori informazioni sulle prestazioni offerte dal Fondo, invitiamo a consultare il sito web, cliccando qui.
Lo screening del PSA è un semplice esame di laboratorio, eseguito tramite un prelievo di sangue, che consente l’analisi di una sostanza prodotta dalla prostata (quindi solo negli uomini) che, a determinate concentrazioni, potrebbe indicare la presenza di una malattia prostatica.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è, a cosa serve e come si esegue un esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico).
Cos’è il PSA?
Di cosa parliamo in questo articolo
Come accennato, il test del PSA è un esame del sangue utilizzato principalmente per lo screening del cancro alla prostata, ma anche per ulteriori condizioni patologiche che possono coinvolgere questa ghiandola, come ad esempio una infezione in corso.
Ma cos’è il PSA o Antigene Prostatico Specifico? Si tratta di una proteina (un antigene, appunto) prodotta dal tessuto canceroso e non canceroso della prostata, una piccola ghiandola che si trova sotto la vescica nei maschi.
Questa proteina si trova principalmente nello sperma, che viene prodotto anche nella prostata, ma piccole quantità circolano normalmente nel sangue, ecco perché si procedere con un semplice prelievo ematico in fase di test.
A cosa serve questo esame?
Il test del PSA viene spesso prescritto per la diagnosi precoce di un tumore alla prostata, in presenza di determinati sintomi, ma può essere anche eseguito per valutare la sussistenza o meno di ulteriori condizioni patologiche, più o meno gravi.
Livelli elevati di PSA nel sangue, infatti, potrebbero indicare la presenza di un cancro, ma anche:
- un’infiammazione, detta anche prostatite, in genere di facile soluzione;
- un’infezione benigna;
- una ipertrofia prostatica benigna, caratterizzata dall’ingrossamento della prostata, molto comune negli uomini a partire dai 50 anni di età.
I valori del PSA nel sangue possono variare a seconda dell’età, in seguito all’attività fisica, all’etnia, al peso, per questo motivo non è corretto indicare un limite minimo e massimo entro il quale si può considerare “normale” o “alto”. I livelli emersi dal test, quindi, vanno poi messi in relazione con le caratteristiche del paziente.
Ad esempio, un uomo di 70 anni avrà valori più elevati anche in assenza di condizioni patologiche, mentre un giovane potrebbe avere livelli bassi ma presentare ugualmente un tumore o un’infiammazione.
Per questo motivo è bene ricordare – come fa puntualmente la Fondazione AIRC sul proprio sito, ente che dal 1965 sostiene con continuità, attraverso la raccolta di fondi, il progresso della ricerca per la cura del cancro – che l’impiego del test del PSA per la diagnosi precoce del tumore alla prostata in soggetti asintomatici è ancora oggi un po’ dubbio, in particolare negli uomini over 70 – che presentano valori fisiologici più elevati di questa proteina – nei giovani che non presentano familiarità con la patologia e non manifestano particolari sintomi.
In linea generale, i livelli di riferimento di base indicati dall’ISS sono i seguenti:
- il PSA totale considerato nella norma è inferiore a 4 nanogrammi per millilitro di sangue (ng/ml);
- valori compresi tra 2 e 4 ng/ml indicano, con ogni probabilità l’assenza di una neoplasia.
Sarà il medico a stabilire se e quando eseguire l’esame del PSA, per poi analizzare i risultati in modo accurato.
Come prepararsi all’esame
Come capita spesso per numerosi altri esami ematici, anche il test del PSA prevede alcune raccomandazioni per le ore e i giorni che precedono il prelievo di sangue.
Nello specifico, è importante:
- evitare di sottoporsi all’esame con una infezione alle vie urinarie in corso;
- non svolgere attività fisica intensa nelle 48 ore precedenti;
- non avere rapporti sessuali nelle 48 ore precedenti;
- valutare, con il proprio medico, l’eventuale sospensione dell’assunzione di farmaci e/o integratori.
L’esame, in ogni caso, non è invasivo, richiede solo un semplice prelievo, quindi non è necessario farsi accompagnare da qualcuno. Dopo il test si può riprendere le normali attività senza alcuna limitazione.