La miopia è un difetto della vista che provoca la visione sfocata degli oggetti lontani, a dispetto di una buona visione di ciò che è vicino.
Condizione contraria all’ipermetropia, la miopia è il più comune vizio di refrazione: secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, nel mondo occidentale, interesserebbe il 30% della popolazione (addirittura, in Asia, le persone con miopia sono l’80%).
Occhiali e lenti a contatto sono i rimedi più utilizzati per correggere la miopia; tuttavia, solo la chirurgia refrattiva permette di annullare/ridurre in modo definitivo e stabile il difetto visivo.
Approfondiamo insieme, e analizziamo con maggiori dettagli cos’è la miopia, quali sono le cause e quali i sintomi, quando insorge, come riconoscerla e quali rimedi sono attualmente disponibili per correggerla.
Cos’è la miopia?
Di cosa parliamo in questo articolo
La miopia è un difetto visivo tale per cui la vista da lontano è ridotta a causa di una compromessa capacità di messa a fuoco.
Chi soffre di miopia, quindi, vede male gli oggetti lontani, e bene quelli vicini.
La miopia fa parte dei cosiddetti vizi di refrazione, come l’ipermetropia (l’inverso della miopia) e l’astigmatismo.
Quali sono le cause della miopia?
Le cause precise della miopia sono ancora sconosciute. Tuttavia, i medici sospettano che questo disturbo sia in qualche modo connesso alla genetica e all’ereditarietà, in quanto è un dato di fatto che la maggior parte delle persone miopi ha uno o entrambi i genitori con lo stesso difetto della vista.
Secondo gli esperti, tra l’altro, pare che abbiano un ruolo anche i fattori ambientali e comportamentali, come per esempio fissare a lungo lo sguardo su un oggetto vicino (es: schermo del computer o dello smartphone, libri ecc.).
In sostanza, quindi, la miopia potrebbe essere il risultato di una combinazione di fattori, genetici e ambientali/comportamentali.
Quali sono i fattori di rischio per la miopia?
Sono fattori di rischio per la miopia, ovvero aumentano la possibilità di sviluppare il difetto, i seguenti:
- la familiarità per la miopia;
- trascorrere molto tempo in occupazioni che richiedono di fissare un oggetto vicino (es: leggere un libro, lavorare al PC, usare lo smartphone senza sosta ecc.);
- passare poco tempo all’aria aperta, attività protettiva nei confronti della miopia in quanto stimola l’osservazione di oggetti distanti.
Perché chi ha la miopia vede male?
Normalmente, nel soggetto con vista normale, i raggi luminosi che dagli oggetti arrivano all’occhio impattano la cornea, deviano e, dopo aver attraversato pupilla, cristallino e corpo vitreo, finiscono al centro della retina, sede in cui, grazie ai cosiddetti fotorecettori, avviene la loro trasformazione in immagini nitide e chiare.
Questo processo è detto refrazione (o rifrazione).
Nel soggetto miope, invece, il segnale luminoso non arriva correttamente alla retina ma si ferma prima. Questo può avvenire per due motivi differenti:
- perché il bulbo oculare è più lungo del normale;
oppure
- perché il tessuto corneale presenta una curvatura molto accentuata, che imprime una deviazione eccessiva ai raggi luminosi.
Giungendo in un punto più avanzato rispetto alla retina, l’immagine risultante relativa agli oggetti distanti è più sfocata.
Quando la refrazione è alterata come nel caso della miopia, si parla anche di vizio di refrazione.
Quanti tipi di miopia esistono?
Esistono diverse classificazioni e diversi tipi di miopia. Proviamo ad approfondire insieme.
C’è la classificazione che distingue la miopia in assiale e refrattaria:
- la miopia assiale è la miopia sostenuta dalla presenza di un bulbo oculare più allungato del normale, motivo per cui i raggi luminosi, dopo aver subito la deviazione imposta dal tessuto corneale, terminano la loro corsa prima della retina (sede in cui dovrebbero giungere);
- la miopia refrattaria, invece, è la miopia dovuta alla presenza di una cornea dalla curvatura accentuata, che devia in modo eccessivo i raggi luminosi e ne fa terminare la corsa prima della retina, anche a dispetto di un bulbo oculare normale.
C’è, poi, la classificazione che differisce la miopia primaria da quella secondaria:
- la miopia primaria comprende tutte le forme di miopia classica, a comparsa tipicamente giovanile, le forme di miopia congenita (presenti fin dalla nascita) e le forme di miopia patologica (un tempo detta degenerativa), in cui il difetto della vista è grave. La miopia primaria è una condizione progressiva e permanente;
- la miopia secondaria, invece, include tutte le forme di miopia indotte da altre condizioni, come per esempio terapie farmacologiche, disturbi corneali, cataratta, traumi oculari, glaucoma, diabete mellito non trattato.
A che età si manifesta la miopia?
Come detto, la variante più comune della miopia – la miopia semplice – insorge durante l’infanzia, o dopo la pubertà, e tende a peggiorare fino ai 20-25 anni.
Dopodiché, in alcune persone miopi il difetto rimane sostanzialmente stabile, mentre in altre continua a progredire.
Quali sono i sintomi della miopia?
La miopia si manifesta tipicamente con vari sintomi, tra cui i più comuni sono i seguenti:
- visione sfocata degli oggetti lontani. Questo è il sintomo caratteristico della condizione. A volte, è così grave che il miope non riesce nemmeno a cogliere cosa effettivamente sta guardando;
- visione nitida degli oggetti vicini;
- necessità di aggrottare le sopracciglia e strizzare gli occhi per vedere più chiaramente;
- mal di testa;
- affaticamento oculare, specialmente dopo attività che hanno comportato uno sforzo della vista per vedere oggetti lontani
- bruciore agli occhi;
- difficoltà di visione notturna;
- strabismo.
Come si manifesta la miopia nei bambini piccoli?
Segnali che potrebbero indicare la presenza di miopia in un bambino che ancora non riesce a descrivere il disturbo sono:
- tenere gli oggetti troppo vicino al viso per osservarli;
- scarso rendimento a scuola;
- capacità di attenzione ridotta.
A quali altre malattie può associarsi la miopia?
Specialmente quando è grave, o quando si tratta della variante patologica, la miopia può associarsi ad altre patologie oculari, tra cui la cataratta (opacizzazione del cristallino), il glaucoma (condizione caratterizzata da un aumento della pressione oculare), il distacco di retina e la neovascolarizzazione coroideale (proliferazione di vasi intorno alla retina con possibile rischio di stravaso di sangue).
Come si esegue la diagnosi?
Per diagnosticare la miopia, e valutarne il grado di severità, occorre un esame della vista presso un medico oculista, durante il quale lo specialista misura l’acuità visiva (i decimi) del paziente e le diottrie necessarie a correggere il difetto riscontrato e a ristabilire l’acuità visiva.
Come si misurano l’acuità visiva e i decimi?
La misura dell’acuità visiva avviene attraverso il classico tabellone con lettere e numeri di dimensioni differenti, presente in ogni studio oculistico e pediatrico, denominato ottotipo.
Per valutare l’acuità visiva, il medico richiede al paziente di porsi a una certa distanza dal tabellone e di cominciare a leggere le lettere, i numeri o le forme da lui indicati; la lettura partirà dapprima dai simboli di dimensioni maggiori (corrispondenti a un’acuità visiva di 1/10) e proseguirà con i simboli via via più piccoli (corrispondenti a 2/10, a 3/10 ecc.), terminando dove il paziente non è più capace di distinguere nulla.
Quanti e quali sono i livelli di gravità della miopia?
L’unità di misura che stabilisce quanto grave è la miopia è la diottria; semplificando, la diottria è la potenza dell’ausilio ottico (lente dell’occhiale o lente a contatto) necessaria a ripristinare l’acuità visiva del paziente a 10/10.
In base alle diottrie, esistono tre livelli di miopia:
- la miopia lieve, che va da 0 a 3 diottrie;
- la miopia moderata, che va da 3 a 6 diottrie;
- la miopia grave, che va oltre le 6 diottrie.
Come correggere la miopia?
Attualmente, la miopia è correggibile in differenti modi, tre nello specifico, ovvero:
- gli occhiali;
- le lenti a contatto;
- la chirurgia refrattiva.
Occhiali e lenti a contatto rappresentano dei supporti visivi che annullano o, nei casi più gravi, limitano il deficit visivo, ma non eliminano la miopia; per capire, il miope che porta gli occhiali vede bene/meglio fintanto che indossa il supporto visivo.
La chirurgia refrattiva, invece, può considerarsi una sorta di cura del difetto: chi si sottopone al laser a eccimeri, infatti, può riguadagnare l’intera acuità visiva senza dover ricorrere mai più a supporti visivi.
Occhiali
Gli occhiali costituiscono ancora oggi la soluzione più utilizzata nella correzione della miopia, specialmente tra i più giovani, i quali potrebbero avere qualche difficoltà nella gestione delle lenti a contatto e non sono ancora idonei alla chirurgia.
Grazie alle sue lenti divergenti, l’occhiale da vista previsto per il miope consente la giusta convergenza sulla retina dei raggi luminosi che colpiscono l’occhio: in questo modo, chi li porta vede nitidamente anche da lontano.
Purtroppo, gli occhiali presentano alcuni inconvenienti:
- le immagini osservate con le porzioni periferiche delle lenti sono meno nitide di quelle osservate con la porzione centrale (questo fenomeno è noto come distorsione periferica);
- sono responsabili di un’alterata valutazione delle distanze e della profondità;
- in caso di miopie molto gravi, richiedono l’utilizzo di montature molto pesanti e scomode;
- possono essere causa di disagio estetico;
- limitano la persona nella pratica delle attività sportive e quotidiane.
Portare gli occhiali, quindi, può compromettere in modo più o meno profondo la qualità della vita del miope.
Lenti a contatto
Applicate direttamente sull’occhio, le lenti a contatto funzionano in modo analogo agli occhiali: favoriscono la convergenza dei raggi luminosi sulla retina, in modo da consentire una visione nitida anche da lontano.
Esistono varie tipologie di lenti: giornaliere, quindicinali, mensili, bimestrali.
L’uso delle lenti a contatto è esente da molti dei limiti dell’occhiale:
- non falsa la valutazione delle distanze e della profondità;
- non comporta distorsione periferica;
- annulla il disagio estetico;
- non costituisce un limite alla pratica di attività sportive e altro.
Anche le lenti a contatto, però, possiedono degli inconvenienti:
- richiedono una certa manutenzione e pulizia;
- sono più delicate;
- il loro uso è poco adatto in ambienti polverosi, ventosi o particolarmente inquinati;
- possono provocare fenomeni di sensibilizzazione e intolleranza verso i materiali con cui sono fatte;
- se usate in modo scorretto, riducono l’ossigenazione della cornea e favoriscono la secchezza oculare;
- se non pulite in modo adeguato, favoriscono l’insorgenza di congiuntiviti.
Chirurgia refrattiva
La chirurgia refrattiva comprende le tecniche laser (conosciute anche con la dicitura di laser a eccimeri) e l’impianto di lenti intraoculari.
Adatte in caso di miopie di gravità lieve e moderata, le tecniche laser agiscono modificando la curvatura della cornea e, di conseguenza, il suo potere refrattivo, in modo da favorire la convergenza correttamente sulla retina.
Le tecniche con laser a eccimeri comprendono:
- PRK (Photo Refractive Keratectomy): tecnica laser più utilizzata in Europa, sfrutta un laser “a freddo” che vaporizza anziché bruciare i tessuti e prevede l’asportazione di un sottile strato corneale superficiale, seguito dal rimodellamento preciso degli strati esterni della cornea;
- LASEK (Laser Epitelio Keratomileusi): questa tecnica assomiglia alla PRK, con la differenza che, al posto della rimozione dell’epitelio corneale superficiale, prevede lo scollamento di tale epitelio. Dopodiché, seguono il rimodellamento della cornea e il riposizionamento del lembo corneale scollato;
- LASIK (Laser in Situ Keratomileusi): questa metodica prevede l’incisione della cornea e il rimodellamento degli strati più profondi della cornea.
- SMILE (Small Incision Lenticule Extraction): è la tecnica più all’avanguardia e meno invasiva. Essa prevede, attraverso il laser a eccimeri, la creazione di un dischetto di tessuto corneale dello spessore desiderato e la sua successiva asportazione, tramite una piccolissima incisione, al fine di garantire il rimodellamento utile alla correzione di difetto. La tecnica SMILE potrebbe trovare impiego anche in caso di miopia grave.
Infine, rimane da analizzare l’impianto di lenti intraoculari. Questo intervento chirurgico prevede il collocamento all’interno dei bulbi oculari di una piccola lente capace di correggere in modo definitivo il difetto visivo. L’impianto di lenti intraoculari è indicato nei soggetti con grave miopia e che non possono sottoporsi ad altri tipi di operazioni correttive.
Per quanto riguarda alcune informazioni generali sulla chirurgia refrattiva, ecco cosa è importante sapere:
- perché abbia successo e non si verifichino indesiderati cali della vista, andrebbe eseguita soltanto una volta superati i 25 anni circa, quando la miopia si è stabilizzata ed è improbabile un’ulteriore perdita visiva;
- tutte le procedure si svolgono in regime ambulatoriale e prevedono l’anestesia locale;
- gli interventi sono relativamente brevi. Con la preparazione e l’anestesia, si concludono nel giro 45-60 minuti al massimo.
La scelta va fatta di concerto con il proprio medico oculista, al fine di individuare l’opzione più adatta alla propria condizione.
Ricordiamo agli iscritti che i Piani Sanitari del Fondo prevedono il rimborso delle spese sostenute per lenti correttive di occhiali o a contatto, inclusa la montatura.
Inoltre, per migliorare il benessere visivo degli iscritti e dei loro familiari, Sanimoda ha stretto accordi con ottici specializzati come GrandVision – Salmoiraghi & Viganò, Hoya Center LifeCare e Ago. Grazie a queste convenzioni, è possibile accedere a sconti esclusivi sull’acquisto di occhiali da vista, occhiali da sole e lenti a contatto presso i centri convenzionati. Per maggiori dettagli e per scoprire come usufruire delle agevolazioni, basta accedere alla sezione “Convenzioni” dell’area riservata del Portale di Sanimoda.