La carie ai denti è una comune malattia dei denti, che inizia con la distruzione dello smalto e, in assenza di trattamenti, prosegue con la compromissione di dentina, polpa e, per finire, radice dentale.
L’insorgenza delle carie è collegata alla presenza della placca batterica e alla formazione di sostanze acide, a partire dal cibo, indotta dai batteri cariogeni presenti nel cavo orale.
La carie dentale comincia tipicamente come un processo asintomatico; dopodiché, con il peggioramento della malattia, causa dolore al dente interessato, ipersensibilità dentinale, gonfiore, dolore al morso e, nei casi più gravi, ascesso dentale.
Approfondiamo insieme, e analizziamo con maggiori dettagli cos’è la carie ai denti, quali sono le cause e quali i sintomi, come riconoscerla e quali sono le terapie attualmente disponibili per curarla.
Cos’è la carie ai denti?
Di cosa parliamo in questo articolo
La carie dentale è una condizione odontoiatrica estremamente comune e diffusa, caratterizzata, inizialmente, dalla distruzione dello strato più superficiale del dente, il cosiddetto smalto, e, successivamente, in assenza di trattamenti adeguati, dalla compromissione degli strati più interni del dente, quali dentina, polpa e radice.
Quando si sente parlare di carie dentale, il pensiero va immediatamente alla formazione di un buco sul dente e, in effetti, accade proprio questo: sul dente interessato, per erosione dello smalto, si generano tanti piccoli fori che, con il passare del tempo, diventano sempre più profondi.
Tipi di carie
Gli esperti si affidano a diversi criteri per classificare le carie ai denti.
Tra le varie classificazione, se ne segnalano due, una più semplice e schematica dell’altra, che si basano, però, entrambe sulla sede di formazione della carie.
La classificazione più semplice riconosce l’esistenza di tre tipi di carie:
- Carie della superficie liscia del dente: come suggerisce il nome, questa carie inizia a formarsi sulla superficie liscia dei denti, a partire dallo smalto. Si tratta di una carie a crescita lenta, facilmente prevenibile e invertibile, che si presenta inizialmente con una macchia bianca sul dente interessato. Colpisce i denti permanenti e, in genere, si riscontra in pazienti che hanno 20-30 anni.
- Carie di solchi e fessure: questa carie a progressione veloce si forma sulle scanalature strette della superficie masticatoria dei denti o sul lato esterno dei denti posteriori. Comincia a svilupparsi in età adolescenziale, sui denti permanenti. A favorire la formazione delle carie di solchi e fessure è l’impossibilità di raggiungere, con le setole dello spazzolino, le scanalature strette dei denti.
- Carie radicolare: questa carie trae origine sulla superficie radicolare dei denti, a seguito di un processo di recessione gengivale che espone a placca e all’azione delle sostanze acide prodotte dai batteri cariogeni. Le persone più a rischio di carie radicolare sono gli adulti che hanno superato la mezza età, in quanto sono anche gli individui più colpiti da recessione gengivale. La carie radicolare è la tipologia di carie più difficile da trattare e prevenire.
La classificazione più complessa, invece, descrive 6 classi differenti di carie:
- Carie di classe I: rientrano in questa classe le carie facilmente visibili a occhio nudo che si formano sulla superficie dei denti. In genere, le carie di classe I si formano sulla superficie masticatoria dei molari e premolari o sulla superficie anteriore o posteriore dei denti anteriori.
- Carie di classe II: appartengono a questa classe le carie che si formano sulle superfici tra molari e premolari. Le carie di classe II non sono visibili a occhio nudo.
- Carie di classe III: sono comprese nella classe III tutte le carie con sede sul lato interno di qualsiasi dente anteriore, senza coinvolgimento del bordo tagliente.
- Carie di classe IV: sono di classe IV le carie che si sviluppano sui denti anteriori, nella superficie tra dente e dente, e con coinvolgimento dei bordi taglienti.
- Carie di classe V: rientrano in questa classe le carie che si formano in prossimità della linea gengivale, a prescindere dal dente interessato. Le carie di classe V possono svilupparsi sul lato anteriore o su quello posteriore di un dente.
- Carie di classe VI: fanno parte di questa classe le carie che si sviluppano sulle superfici superiori dei denti, sui bordi incisali dei denti anteriori o sulle punte delle cuspidi dei molari e premolari.
I 5 stadi della carie dentale
Il processo di formazione e aggravamento della carie dentale è tipicamente suddiviso in cinque stadi principali.
Vediamo quali:
- Demineralizzazione: è la prima fase della formazione di una carie. Si caratterizza per piccole macchie bianche gessose sul dente, frutto appunto della demineralizzazione dello smalto e della deposizione della placca batterica. A questo stadio, il processo cariogeno è ancora reversibile tramite la pulizia dei denti professionale e l’applicazione di fluoro.
- Carie dello smalto: il processo cariogeno ha ormai affondato lo smalto e si sta inoltrando al di sotto. I fori cominciano a essere visibili e a colorarsi di un colore marroncino chiaro. In questa fase, i batteri e la placca iniziano a essere di ostacolo alla rimineralizzazione dello smalto.
- Carie della dentina: a questo stadio, la carie ha raggiunto la dentina, porzione del dente più morbida dello smalto e più facilmente aggredibile. La macchia che contrassegna i fori della carie si fanno ancora più evidenti, diventando di colore marrone. Quando la carie arriva alla dentina, il dente comincia a essere sensibile al caldo e al freddo.
- Danni alla polpa: giunta a questa fase, la carie è arrivata alla porzione più interna del dente, dove risiedono anche nervi e vasi sanguigni deputati al nutrimento del dente stesso. L’azione dannosa dei batteri cariogeni compromette l’integrità delle strutture nervose e vascolari della polpa e ciò si traduce in dolore continuo, che peggiora con la masticazione. La macchia che contrassegna i fori della carie assume un colore marrone scuro o nero. Le gengive potrebbero apparire gonfie e arrossate.
- Ascesso dentale: è l’ultimo stadio del processo cariogeno. Si verifica quando i batteri cariogeni producono un’infezione, con formazione di pus sulla punta della radice del dente interessato (ascesso periapicale). Il paziente avverte dolore alla mascella e/o al viso; potrebbe sperimentare anche gonfiore facciale e l’ingrossamento dei linfonodi del collo. Una simile infezione può anche diffondersi in altre parti del corpo e, addirittura, nei casi più gravi, causare sepsi.
Ma in quanto tempo progredisce una carie ai denti? Per aggredire e superare lo smalto dentale, una carie impiega molto tempo, anche 2-3 anni.
Superato lo smalto, però, la progressione negli strati più interni (dentina e polpa) è molto più rapida, sebbene il tragitto lungo queste porzioni sia molto più lungo.
Quali sono le cause delle carie ai denti?
La formazione delle carie ai denti è un processo complesso e, per certi aspetti, non ancora del tutto compreso.
Sicuramente, hanno un ruolo chiave i batteri cariogeni che vivono del cavo orale e i residui di cibo introdotti con la dieta.
Ma cosa fanno questi batteri?
- Nutrendosi di questo cibo, in particolare gli amidacei e gli alimenti e le bevande zuccherate, i batteri danno avvio a un processo di fermentazione che culmina nella formazione di sostanze acide.
- I batteri, il cibo residuale e le stesse sostanze acide prodotti dalle popolazioni batteriche presenti in bocca vanno a costituire la cosiddetta placca batterica, una sorta di patina appiccicosa che ricopre i denti.
- Se la placca non è prontamente rimossa con uno spazzolamento quotidiano dei denti, gli acidi che la costituiscono erodono lentamente lo strato esterno protettivo dei denti, lo smalto, creando dei piccoli buchi.
- In assenza di un intervento terapeutico adeguato, batteri e sostanze acide si annidano nei buchi e continuano la loro opera infiltrativa, andando sempre più in profondità nel dente, fino a raggiungere, dapprima, la dentina e, successivamente, la polpa, la radice e, per finire, l’osso.
Visto che parliamo di batteri, potrebbe sorgere spontanea una domanda: ma le carie sono contagiose? No, la carie non è una malattia dentale che si trasmette ad altre persone; tuttavia, esiste la possibilità che i batteri cariogeni passino da una persona all’altra attraverso la condivisione del cibo o il bacio.
Alcuni fattori di rischio favoriscono la formazione delle carie, tra cui i seguenti:
- la scarsa igiene orale, comportamento che promuove l’accumulo di placca sui denti e la formazione di tartaro;
- l’elevato consumo di cibi e bevande zuccherate;
- la presenza di solchi, lacerazioni o irregolarità sulla superficie dei denti;
- la carenza di fluoro, un minerale che contribuisce a rendere lo smalto più resistente all’aggressione dei batteri cariogeni;
- la scarsa salivazione, condizione che può essere costituzionale oppure dovuta a farmaci, trattamenti medici come la radioterapia o disfunzioni delle ghiandole salivari;
- la familiarità per le carie dentali, che può manifestarsi, per esempio, con una spiccata tendenza a sviluppare placca batterica in bocca;
- la recessione gengivale.
Nella maggior parte dei casi, quindi, è possibile prevenire la formazione delle carie, attraverso una corretta igiene orale e uno stile di vita sano, a cominciare dall’alimentazione.
Quali sono i sintomi delle carie dentali?
In una fase iniziale, e fintanto che interessano gli strati più superficiali del dente, le carie tendono a essere asintomatiche.
Diventano causa di sintomi, invece, quando raggiungono le parti più interne del dente, come la dentina o la polpa; in tali frangenti, le manifestazioni possono comprendere:
- mal di dente e dolore in bocca;
- alito cattivo o cattivo sapore in bocca;
- sensibilità dentinale al caldo e/o al freddo;
- sensibilità alla masticazione e alla pressione del dente con la lingua.
In presenza di uno o più dei presenti sintomi, si consiglia di rivolgersi al proprio dentista di fiducia per una valutazione accurata.
Come diagnosticare le carie ai denti?
Per diagnosticare una carie ai denti, è sufficiente, molto spesso, un’accurata visita odontoiatrica: i moderni strumenti di cui dispone oggi il dentista, infatti, riescono a individuare un dente cariato.
Nel caso in cui l’esame obiettivo fosse stato poco esaustivo o lo specialista ritenesse opportuno approfondire la situazione, trova impiego anche la radiografia dentale, un esame di diagnostica per immagini che mostra nei dettagli eventuali anomalie ai denti.
Come curare le carie dentali?
La terapia delle carie dentali varia a seconda della gravità della condizione.Tra i trattamenti disponibili, figurano i seguenti:
- Fluorizzazione: il trattamento al fluoro permette di riparare lo smalto danneggiato, attraverso un processo di rimineralizzazione del dente. Questa terapia è indicata quando la carie è agli esordi. Successivamente alla fluorizzazione, il dentista potrebbe suggerire anche l’impiego di un collutorio per alcuni giorni, per ottimizzare il trattamento al fluoro.
- Otturazione: è indicata quando la carie ha superato lo smalto, ma non ha ancora raggiunto la polpa. Essa prevede la perforazione della lesione prodotta dalla carie, la pulizia del buco e l’applicazione di una speciale resina riempitiva del colore dei denti, che solidifica nel giro di pochi minuti.
- Cura canalare: anche nota come devitalizzazione, serve a curare le carie avanzate che hanno raggiunto la polpa dentale e potrebbero provocare infezione. Essa prevede la rimozione della polpa dentale malata e l’introduzione al posto di questa, nella camera pulpare, di guttaperca, una sostanza riempitiva speciale, e resina da otturazione. Talvolta, alla cura canalare segue l’applicazione di una corona dentale, per rafforzare il dente interessato.
- Estrazione dentale: è riservata ai denti cariati in modo irrimediabile e che non potrebbero trarre beneficio nemmeno da una cura canalare. Come suggerisce il nome, l’estrazione dentale consiste nell’asportazione del dente malato, alla quale segue in genere la realizzazione di un ponte dentale o un impianto dentale per sostituire il dente mancante.
La scelta del trattamento è di competenza del dentista, che farà le sue valutazioni comunicandole al paziente.
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Come prevenire le carie ai denti?
Come accennato prima, nella maggior parte dei casi è possibile prevenire la formazione di una carie dentale, semplicemente seguendo alcune raccomandazioni di base:
- provvedere attentamente all’igiene orale: in termini pratici, questo significa lavare i denti con lo spazzolino almeno 2 volte al giorno e usare il filo interdentale e lo scovolino per pulire solchi e fessure tra dente e dente almeno 1 volta al giorno;
- evitare/ridurre il consumo di cibi che tendono a incastrarsi tra i denti;
- evitare/ridurre il consumo di cibi e bevande zuccherate;
- sottoporsi regolarmente a controlli odontoiatrici;
- sottoporsi ogni 6-12 mesi alla pulizia professionale dei denti (detartrasi).
Evitare che si formi una carie vuol dire salvaguardare la salute orale, dalla quale dipende il benessere generale di ognuno di noi.