Bypass coronarico: intervento, convalescenza e rischi

Bypass coronarico: intervento, convalescenza e rischi

21/Apr/2023 | in Salute
Bypass coronarico intervento, convalescenza e rischio

Il bypass coronarico è un intervento chirurgico che viene eseguito per ripristinare il flusso sanguigno al cuore in pazienti che soffrono di problemi cardiaci causati da arterie coronariche bloccate o danneggiate, in alcuni casi necessario in soggetti a rischio per prevenire infarti o altri problemi cardiaci. Si tratta di un intervento divenuto, nel tempo, di routine, tuttavia presenta dei rischi e comporta una convalescenza abbastanza delicata. Ricordiamo agli iscritti che i Piani Sanitari del Fondo Sanimoda prevedono la copertura delle spese sostenute per sottoporsi a un intervento di bypass coronarico. Per maggiori dettagli, invitiamo a consultare il sito web, qui. Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in cosa consiste l’intervento di bypass coronarico, quali i rischi associati e cosa prevede la fase di convalescenza che il paziente dovrà affrontare dopo l'operazione.

In cosa consiste l’intervento di bypass coronarico

Il bypass coronarico o, più correttamente il bypass aorto-coronarico, è il più comune intervento di cardiochirurgia, eseguito molto di frequente in tutto il mondo. Come suggerisce il termine “bypass”, con questa operazione si aggira un ostacolo, un fattore che impedisce al cuore di ricevere ossigeno e nutrimento in modo adeguato. Ci riferiamo, nello specifico, alle occlusioni o restringimenti, noti anche come stenosi, presenti nelle arterie coronariche causati da un accumulo di colesterolo, che porta alla formazione di placche nei vasi sanguigni. Questi fattori, riducendo lo spazio utile all’ossigeno e alle sostanze nutritive per attraversare i vasi sanguigni e raggiungere il cuore, provocano una sofferenza cardiaca, con complicanze gravi e potenzialmente fatali. La chirurgia di bypass dell'arteria coronaria crea un nuovo percorso per il flusso del sangue intorno a un'arteria bloccata o parzialmente bloccata nel cuore; semplificando, con l’intervento si evitano questi restringimenti o blocchi, creando una sorta di passaggio alternativo. È importante ricordare, però, che questo intervento non cura la malattia cardiaca che ha causato l’ostruzione, come l'aterosclerosi ad esempio, ma può ridurre sintomi come dolore toracico e mancanza di respiro e, soprattutto, il rischio di morte correlato a queste condizioni patologiche.

Come viene eseguito il bypass coronarico

L'intervento di bypass coronarico è un intervento chirurgico importante, eseguito in un ospedale da un cardiochirurgo specializzato, dalla durata variabile tra le 3 e le 6 ore, a seconda del numero di arterie bloccate sulle quali intervenire. L’operazione prevede la somministrazione di un’anestesia generale; lo step successivo consiste nell’inserimento di un tubo per la respirazione nella bocca del paziente, collegato a un respiratore chiamato ventilatore. Durante l'intervento chirurgico, in genere si adopera una macchina cuore-polmone che ha il compito di mantenere costante il flusso di sangue e ossigeno attraverso il corpo. Non è prevista questa tecnica nel caso di chirurgia senza pompa o a cuore battente, più complessa e meno frequente. Come procede il chirurgo? Il cardiochirurgo:
  • esegue un lungo taglio al centro del torace lungo lo sterno, in senso verticale;
  • allarga la gabbia toracica per esporre il cuore, che viene temporaneamente fermato con la somministrazione di specifici farmaci e attaccato alla summenzionata macchina cuore-polmone;
  • rimuove una sezione di vaso sanguigno sano, spesso dall'interno della parete toracica o dalla gamba, detto “innesto”;
  • lega le estremità dell'innesto sotto l'arteria cardiaca bloccata, creando un nuovo percorso per il flusso sanguigno intorno a una ostruzione. Durante l'intervento di bypass coronarico può essere utilizzato più di un innesto, a seconda del numero di blocchi presenti.
Quella appena illustrata è la procedura standard, ma tecniche più moderne e innovative consentono l’esecuzione di una chirurgia mininvasiva. In questo caso, il cardiochirurgo pratica delle piccole incisioni nel torace, e utilizza strumenti di robotica e di imaging per operare all’interno di uno spazio ridotto. Al termine dell’intervento viene staccata la macchina cuore-polmone, se utilizzata, ed eseguita una sutura del torace.

Rischi e complicanze dell’intervento

Come accennato, l’intervento di bypass coronarico è ormai di routine, ma trattandosi di un’operazione a cuore aperto è comunque molto delicata e comporta dei rischi per il paziente. Le possibili complicanze della chirurgia di bypass delle arterie coronarie sono le seguenti:
  • sanguinamento;
  • morte;
  • attacco di cuore a causa di un coagulo di sangue dopo l'intervento chirurgico;
  • necessità di un respiratore a lungo termine;
  • ritmi cardiaci irregolari, chiamati aritmie;
  • problemi ai reni;
  • perdita di memoria o difficoltà a pensare chiaramente, spesso temporanea;
  • ictus;
  • infezione nel sito della ferita al torace. Per prevenirle vengono in genere somministrati dei farmaci prima dell'intervento chirurgico.
Il rischio di complicanze è maggiore se l'intervento viene eseguito come procedura di emergenza, ad esempio su un paziente che ha avuto un infarto, e non si limita solo all’intervento chirurgico in sé, ma anche alla fase successiva; in questo caso, però, intervengono diversi fattori, legati inevitabilmente allo stato di salute generale del paziente prima dell'intervento. Ad esempio, la presenza delle seguenti condizioni mediche può aumentare la probabilità di incorrere in eventi avversi dopo l’intervento:
  • arterie bloccate nelle gambe;
  • malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO);
  • diabete;
  • nefropatia.
In questi casi, potrebbe essere prevista una terapia specifica per tenere sotto controllo i sintomi e prevenire complicanze.

Com’è la convalescenza post intervento?

Un intervento a cuore aperto come il bypass coronarico richiede una convalescenza lenta e delicata. Dopo l’operazione il paziente viene portato in terapia intensiva, dove rimarrà per un paio di giorni, in genere collegato a un respiratore fino a quando non sarà in grado di respirare in maniera autonoma. Se i valori sono nella norma, dopo 1-2 giorni viene trasferito in un reparto di degenza ordinario, dove rimarrà per circa una settimana, anche se la durata della permanenza in ospedale varia a seconda delle condizioni di salute del paziente. Durante la degenza vengono eseguiti frequenti controlli cardiaci, somministrati farmaci specifici e praticata la riabilitazione cardiaca, una serie di esercizi di movimento che aiutano a migliorare la salute del cuore dopo un intervento chirurgico, da proseguire anche dopo il ritorno a casa. Una volta dimesso, il paziente dovrà prestare molta attenzione ad alcuni sintomi, ovvero:
  • febbre;
  • battito cardiaco accelerato;
  • dolore intorno alla ferita al torace;
  • cambiamento nel colore della pelle attorno alla ferita al torace;
  • sanguinamento o fuoriuscita di liquidi dalla ferita al torace.
Di solito sono necessarie dalle 6 alle 12 settimane per riprendersi dopo un intervento di bypass coronarico. Seguendo le indicazioni del proprio cardiologo, sarà passibile gradualmente riprendere una serie di attività, come guidare, tornare al lavoro o in palestra e riprendere l'attività sessuale, in genere dopo 4-6 settimane. Com’è facile intuire, anche dopo il pieno recupero è fondamentale cambiare stile di vita e seguire alcune semplici regole che possono salvare la vita a una persona che ha subito un simile intervento:
  • non fumare;
  • seguire una dieta sana ed equilibrata;
  • gestire il proprio peso;
  • fare esercizio fisico regolare;
  • gestire lo stress;
  • dormire bene.
Le tempistiche del recupero sono comunque soggettive, ognuno reagisce in maniera differente. Per questo motivo, è importante affidarsi al proprio medico e seguire le sue istruzioni.

Autore: Redazione Sanimoda
Tags: Bypass coronarico