La biopsia del linfonodo sentinella è una procedura chirurgica che permette di verificare se un tumore primario ha raggiunto il circolo linfatico con parte delle sue cellule.
L’eventuale contaminazione dei linfonodi più vicini, infatti, è un reperto diagnostico estremamente significativo, perché potrebbe voler dire che il tumore primario ha diffuso metastasi in altre parti del corpo.
La biopsia del linfonodo sentinella prevede sostanzialmente 3 momenti:
- individuazione del primo linfonodo in cui un tumore primario diffonde le proprie cellule;
- incisione e raccolta del linfonodo sentinella;
- analisi al microscopio del linfonodo o dei linfonodi prelevati.
Approfondiamo insieme, e analizziamo con maggiori dettagli cos’è il linfonodo sentinella, in cosa consiste la biopsia del linfonodo sentinella, a cosa serve questa procedura, come si svolge e quando si può applicare.
Cos’è il linfonodo sentinella?
Di cosa parliamo in questo articolo
- Cos’è il linfonodo sentinella?
- Perché si analizza il linfonodo sentinella?
- Quali tumori si possono analizzare con il linfonodo sentinella?
- Cosa significa che il linfonodo sentinella è positivo?
- Come si fa la biopsia al linfonodo sentinella?
- Come si svolge la fase post-operatoria?
- Come prepararsi alla biopsia del linfonodo sentinella?
- Quali sono i rischi?
- Quando si può evitare?
In medicina, prende il nome di linfonodo sentinella il primo linfonodo in cui si diffondano le cellule tumorali di un tumore primario formatosi nei tessuti limitrofi, e che è in grado di raggiungere i vasi linfatici.
In alcuni casi di tumore, esistono più linfonodi sentinella.
Ma cosa sono i linfonodi? I linfonodi sono piccoli organi tondeggianti, appartenenti al sistema linfatico, che ricoprono una funzione immunitaria: raccolgono, infatti, popolazioni di linfociti B e linfociti T allo scopo di intercettare agenti infettivi, sostanze tossiche e persino cellule tumorali confluiti nella linfa (il fluido che scorre nel sistema linfatico), durante il passaggio di questa nei tessuti.
Per via di queste loro funzioni, i linfonodi sono spesso definiti filtri biologici.
Il corpo umano possiede una rete di circa 600 linfonodi, localizzati in punti strategici come collo, ascelle, addome e inguine.
Perché si analizza il linfonodo sentinella?
L’analisi del linfonodo sentinella consiste in una biopsia, nota semplicemente come biopsia del linfonodo sentinella.
Questo esame trova impiego in ambito oncologico, nei pazienti con tumore, per verificare se la neoplasia ha diffuso parte delle sue cellule ai linfonodi.
In caso di tumore, la diffusione a livello linfonodale di cellule neoplastiche è un evento estremamente rilevante: potrebbe voler dire, infatti, che il tumore ha raggiunto organi e tessuti distanti dalla sede d’origine, e, qui, ha dato origine a neoplasie secondarie, note come metastasi.
La diffusione nei linfonodi di cellule tumorali e il fenomeno delle metastasi sono due comportamenti tipici dei tumori maligni, i quali spiccano per la crescita molto rapida e per un alto potere infiltrante (rispetto ai tessuti limitrofi) e metastatizzante.
Linfonodo sentinella e stadiazione del tumore
Per alcuni tumori, l’analisi del linfonodo sentinella è un esame fondamentale per stabilire la stadiazione della neoplasia.
In ambito oncologico, per stadiazione di un tumore si intendono tutte quelle informazioni, raccolte in fase di biopsia, che riguardano la grandezza della massa tumorale, il suo potere infiltrante e la sua capacità metastatizzante.
Sostanzialmente, la biopsia del linfonodo sentinella consente una valutazione dello stadio di avanzamento di un tumore maligno.
Quali tumori si possono analizzare con il linfonodo sentinella?
La biopsia del linfonodo sentinella è un esame utile allo studio di soltanto alcuni tumori, che sono:
- tumore del seno;
- melanoma;
- tumore dell’endometrio;
- tumore del pene.
Attualmente, sono in corso varie ricerche mirate a stabilire se l’esame può avere una sua utilità anche in presenza di:
- tumore della vulva;
- tumore del collo dell’utero;
- tumore del colon-retto;
- tumore dello stomaco;
- tumore dell’esofago;
- tumori della testa e del collo;
- tumore della tiroide;
- tumore del polmone non a piccole cellule.
Cosa significa che il linfonodo sentinella è positivo?
L’analisi del linfonodo sentinella è definita positiva quando l’esame bioptico in laboratorio rileva cellule tumorali.
La positività della biopsia del linfonodo sentinella comporta una serie di altri test diagnostici, come per esempio la PET, atti a individuare in quali altri organi e tessuti possono essersi diffuse le cellule tumorali.
Come si fa la biopsia al linfonodo sentinella?
La biopsia del linfonodo sentinella è una procedura che comprende vari passaggi.
- la prima tappa è l’individuazione del linfonodo o dei linfonodi sentinella;
- seguono la somministrazione dell’anestesia e la rimozione del o dei linfonodi;
- infine, è il turno dell’analisi in laboratorio di quanto prelevato.
Nella maggior parte dei casi, la biopsia del linfonodo sentinella avviene contemporaneamente all’intervento di asportazione del tumore primario; più raramente, ha luogo prima o dopo questo intervento.
Individuazione del linfonodo sentinella
Esistono due modi per individuare quale o quali linfonodi prelevare, ovvero tramite soluzione radioattiva e tramite colorante blu.
Approfondiamo.
Tramite soluzione radioattiva
In tale frangente, il chirurgo inietta una sostanza debolmente radioattiva nelle vicinanze del tumore e attende che il sistema linfatico la assorba e la veicoli a livello linfonodale.
Una volta trascorso il tempo necessario per quest’ultimo passaggio, quindi, usa un rilevatore gamma capace di misurare i livelli di radioattività: i linfonodi maggiormente radioattivi secondo lo strumento sono quelli sentinella.
L’iniezione della soluzione radioattiva ha luogo diverse ore prima della rilevazione e della biopsia, se non addirittura il giorno prima.
Tramite colorante blu
Questa tecnica prevede l’iniezione nelle vicinanze del tumore primario di un colorante blu, che velocemente diffonde a livello dei linfonodi, colorandoli: i linfonodi dal blu più brillante sono quelli sentinella.
La tecnica di individuazione del linfonodo sentinella con colorante blu ha luogo poco prima della biopsia.
Per comprendere appieno queste tecniche, bisogna sempre tenere a mente il concetto di linfonodo sentinella: è il primo linfonodo posto in comunicazione linfatica con il tumore primario.
La scelta della metodica di rilevazione del linfonodo sentinella spetta al chirurgo che svolge la procedura; in casi particolari, lo specialista potrebbe attuare entrambe le tecniche.
Anestesia
Necessaria affinché il paziente non avverta dolore durante la biopsia, l’anestesia può essere:
- locale, se la procedura si limita alla rimozione del linfonodo sentinella;
- generale, se il prelievo del linfonodo è associato all’intervento di asportazione del tumore primario.
Rispetto all’anestesia locale, l’anestesia generale è sicuramente più provante per il paziente: servono, infatti, diverse ore per smaltire completamente gli effetti di questa pratica medica, che comprendono nausea, vomito, confusione, brividi e vertigini.
Rimozione del linfonodo sentinella
La rimozione del linfonodo sentinella prevede una piccola incisione nella parte superiore dell’area che ospita i potenziali linfonodi comunicanti con il tumore primario.
Una volta incisa la zona, il chirurgo individua il linfonodo o i linfonodi da asportare secondo una o entrambe le metodiche sopra descritte (soluzione radioattiva e colorante blu); dopodiché, esegue l’asportazione e sutura l’area incisa.
Analisi in laboratorio
Prelevato uno o più linfonodi sentinella, il chirurgo li invia immediatamente al laboratorio, dove un medico patologo li analizza al microscopio alla ricerca di cellule con caratteristiche tumorali.
Dove si trova il linfonodo sentinella?
Il linfonodo sentinella si trova nelle vicinanze del tumore primario. Per esempio, nel caso del tumore al seno, il linfonodo sentinella risiede nel cavo ascellare.
Sarà qui, quindi, che il chirurgo effettuerà l’incisione e l’asportazione.
Come si svolge la fase post-operatoria?
La fase post-prelievo del linfonodo sentinella varia a seconda che l’intervento sia isolato (ossia consista esclusivamente nell’asportazione del linfonodo) o combinato all’asportazione del tumore primario.
Nel primo caso, il paziente potrebbe tornare a casa il giorno stesso della procedura. Nel secondo (il più probabile), invece, è previsto un periodo di ricovero ospedaliero, che varia in funzione di vari fattori, tra cui lo stato di salute del paziente, la severità del tumore e l’entità dell’intera operazione.
Inizialmente, la zona incisa evoca dolore, soprattutto se il paziente prova a muoverla. È probabile, inoltre, che il paziente avverta nausea e vomito, e si senta confuso e stordito: sono gli effetti dell’anestesia (che svaniscono nel giro di alcune ore).
Come prepararsi alla biopsia del linfonodo sentinella?
Come accade in occasione di ogni procedura chirurgica in anestesia locale o generale, anche nel caso della biopsia del linfonodo sentinella, il paziente deve presentarsi a digiuno da almeno 7-8 ore.
Questo vuol dire che, se l’intervento si svolge al mattino, l’ultimo pasto consentito è quello della sera precedente.
Quali sono i rischi?
Anche quando non include l’asportazione del tumore primario, la biopsia del linfonodo sentinella costituisce comunque una pratica chirurgica e, in quanto tale, presenta un certo margine di rischio.
Tra le potenziali complicanze, si segnalano:
- infezione: la zona operata potrebbe infettarsi, diventando ancora più dolorosa e con il paziente che sviluppa febbre;
- sieroma: si tratta di un accumulo locale di liquido fuoriuscito dai vasi linfatici e sanguigni;
- reazione allergica al colorante blu usato per l’individuazione del linfonodo sentinella;
- reazione allergica all’anestetico usato;
- linfedema e conseguente gonfiore dei tessuti. Il linfedema consiste in un ristagno di linfa. Nel caso in questione, potrebbe verificarsi quando il sezionamento dei vasi linfatici (operazione necessaria per asportare il linfonodo sentinella) altera il flusso della linfa a livello locale, causando un suo accumulo. Se la biopsia del linfonodo sentinella interessa un linfonodo soltanto, il rischio linfedema è molto basso, ma se l’intervento comporta l’asportazione di diversi linfonodi, il rischio aumenta in modo significativo.
A queste complicanze, occorre ricordare di aggiungere i già segnalati dolore post-operatorio e tutte gli effetti collaterali più comuni dell’anestesia (nausea, vomito, vertigini ecc.).
Quando si può evitare?
La biopsia del linfonodo sentinella si può evitare quando il tumore è piccolo e quando, all’esame ecografico, non emergono segni di cellule tumorali a livello linfonodale.
Si tratta di una decisione che spetta all’oncologo curante, il quale conosce i limiti dimensionali entro i quali il rischio di diffusione ai linfonodi è nullo.
Ricordiamo agli iscritti del Fondo Sanimoda che i Piani Sanitari prevedono, nell’ambito dell’Alta Diagnostica e Alta Specializzazione, il pagamento delle spese sostenute per varie prestazioni extraospedaliere, tra cui anche la biopsia del linfonodo sentinella. Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il nostro sito web, qui.